Buonasera a tutti, scrivo per la prima volta su quest forum,. Ho una piccola acetaia di famiglia attiva da una quarantina d'anni. Abbiamo sempre regalato l'aceto ad amici e parenti, in caso si volesse vendere online quale iter bisogna seguire? Scusate la domanda ignorante ma online ho trovato solo documentazioni relative all'affiliazione presso acetaie e consorzi, io non sono un'azienda ma con P.Iva come dovrei muovermi. Spero riusciate a darmi informazioni sempre che sia un discorso possibile anche se non penso di essere il primo ad affacciarsi a queste problematiche. Grazie. Jacopo.
Ciao Jacopo, innanzitutto mi hai fatto venire la curiosità riguardo alla tua acetaia, e allora ti direi di raccontarcela un po': se vai sul tuo profilo (https://www.alvasel.com/profile/), selezioni la scheda "pagina", hai la possibilità di scrivere quello che vuoi, con foto e quant'altro. Ad esempio, questa è la mia acetaia: https://www.alvasel.com/acetaie/profile/58.
Venendo alla tua domanda, ci sono vari piani su cui ragionare: innanzitutto dipende se vuoi vendere il tuo prodotto come Aceto Balsamico Tradizionale DOP o no. Nel primo caso allora devi avere le batterie certificate, avere i registri del prodotto immesso (anch'esso da certificare/certificato), e fare tutto l'iter per arrivare a conferire il prodotto alla Camera di Commercio, sottoporlo ai tavoli d'assaggio, imbottigliarlo nelle bottiglie di Giugiaro da 100 ml, e finalmente poterlo vendere.
C'è poi la possibilità di venderlo come "condimento balsamico", allora tutto quello che impone il disciplinare non ti riguarda più: puoi usare le bottiglie della dimensione che vuoi, comporre l'etichetta come vuoi, etc... L'unica cosa che sicuramente non puoi fare è l'associazione delle due parole "aceto+balsamico". Ovviamente, visto che si tratta di un prodotto alimentare, questo non ti esime dalle normative sanitarie (soprattutto per quanto riguarda i criteri di igiene dell'ambiente di produzione). Ci sono acetaie professionali che vendono una parte della loro produzione come "condimento balsamico" alla clientela che, conoscendo il prodotto, sa che sta comprando (ad un costo minore) del balsamico tradizionale che semplicemente non si può chiamare così. Poi c'è infine l'aspetto fiscale: se aprire una partita iva o meno è una cosa che ti può dire solo un commercialista, in relazione alle quantità che vuoi vendere e a tutto il tuo contesto fiscale personale.
Salve a tutti, sono nuovo su questo forum, grazie per tutte le informazioni que si trovano qua... una cosa che quando ho iniziato un paio di anni fà a fare il balsamico era raro.
Io l' anno prossimo vorrei aprire un acetaia commerciale piccola a casa mia, ovviamente devo aprire un attività commerciale, prima di comprare il mosto, le botti ecc.?
Quali sono le normative igieniche/ sanitari per iniziare con questa attività?
Pareti piastrellate, tracciabilità del prodotto, bagno,... Voglio produrre del condimento balsamico però fatto come il tradizionale? Vi ringrazio molto per le vostre risposte. Tanti saluti
Heinz
Ciao heinzwaldthaler, un condimento è un prodotto alimentare, e gli aspetti fondamentali sono 2: avere un'attività in regola (su questo bisogna rivolgersi allo Sportello Unico Attività Produttive del Comune), e contemperare alle normative igienico-sanitarie. Queste sono ripartite su 4 livelli di competenza, Ministero, Regione, Asl e Comune.
Ora, visto che l'organo di controllo locale per i primi tre livelli è l'Asl, è a quest'ultima che ti dovrai rivolgere.
Nel caso tu sia di Modena/provincia (il tuo nickname è poco emiliano!) allora devi rivolgerti al Servizio Igiene Alimenti Nutrizione (http://www.ausl.mo.it/dsp/sian-sedi). Se sei di altra provincia, verosimilmente la tua Asl avrà un servizio simile
Ciao Marco, grazie per la risposta velocissima :)
C'e la possibilità di produrre l aceto sotto un altra denominazione per esempio aceto balsam, oppure aceto di vino, oppure solo aceto per evitare di entrare nel settore della produzione alimentare? Visto che è un pó difficile a piastrellare il sottotetto per esempio haha grazie
"Aceto balsam" è il modo migliore per scatenarti addosso non solo il consorzio di tutela della DOP, ma anche dell'IGP (quest'ultimi hanno molti più soldi e più avvocati).
Per utilizzare il termine "aceto di..." devi riferirti agli 49-57 della L. 238/2016. E per Aceto di... devi indicare la materia prima (di mele, di vino...). Non puoi scrivere "aceto di heinzwaldthaler".
Se quello che vuoi fare è produrre Balsamico tradizionale, da vendere senza il marchio DOP, e se le quantità sono piccole, allora non mi concentrerei troppo sul nome. Vuol dire che vorrai raggiungere una clientela ridotta nei numeri, ma con una forte conoscenza di quello che tu andrai a proporre. E allora potrai scrivere Condimento Balsamico, salsa di heinz, o qualunque altra cosa ti suggerisca la fantasia (e su cui non ci sia una riserva di legge).
Non sono espertissimo delle normative sanitarie, ma direi che il pavimento debba essere lavabile, non necessariamente piastrellato, quindi in teoria anche un pavimento di resina dovrebbe andare.
Ciao a tutti, intervengo oggi perché pare che Aceto+Balsamico si possa usare. Mi è capitata tra le mani questa sentenza della Corte di Giustizia Europea (in allegato) che,afferma il principio secondo cui le tutele dei vari balsamici dipendono dalla localizzazione del prodotto quindi "di Modena" "di Reggio Emilia" ecc. e per questo non si estende al solo "Aceto Balsamico". Marco, che ne pensi?